IMMAGINATEVI

IMAGINE Immaginatevi fantasmi, dèi, diavoli. Immaginatevi inferni e paradisi, città sospese tra i cieli o sommerse nel fondo dei mari. Unicorni e centauri. Streghe, maghi, gnomi ed elfi. Angeli e arpie, fatture e incantesimi, spiriti degli elementi, spiriti buoni o spiriti malvagi. Facili da immaginare, tutte queste cose. L'umanità continua ad immaginarle da migliaia di anni. Immaginatevi astronavi e tempi futuri. Facili da immaginare: il futuro sta arrivando, ed in esso ci sono le astronavi. Non c'è niente, dunque, che sia difficile immaginare? Certo che c'è. Immaginatevi un po' di materia, con voi stessi dentro che pensate, siete quindi consapevoli di esistere e sapete far muovere questa materia in cui siete: farla star sveglia o dormire, farle fare l'amore o una passeggiata in collina. Immaginatevi un universo, infinito o no, a piacere vostro, con dentro milioni di bilioni di trilioni di Soli. Immaginatevi una sfera di fango che gira e gira vorticosamente attorno a uno di questi Soli. E immaginate voi stessi su questa sfera, a girare anche voi,a girare vorticosamente nel tempo e nello spazio, verso una mèta ignota. Immaginatevi. Fredric Brown (1955)

lunedì 18 marzo 2013

BAMBINI DELL’UNIVERSO. IL PENSIERO: la religione

Ciao bambini! Benvenuti. Entrate.
Dato che è il primo pomeriggio, non ho fatto la cioccolata, ma sul tavolo ci sono bibite e bicchieri: tutti per voi.
Vi ho chiamato così presto oggi, perché mi han detto che la chiacchierata dell’altra sera vi è piaciuta e quindi voglio provare a parlare con voi di un argomento che è e sarà importantissimo per il vostro modo di pensare da oggi in poi.
L’altra volta abbiam parlato dell’inizio dell’universo e dell’inizio dell’umanità. Oggi vorrei che cominciassimo a discutere del pensiero umano. Ci vorranno diversi incontri, ma spero non vi spaventerete.
Oh, accennate di sì con il capo con tanto entusiasmo, che mi fate felice.
Cominciamo dall’inizio.
Allora  Annarita, dimmi, ti ricordi quando è comparsa sulla faccia della Terra l’umanità?
Bravissima Annarita, non mi deludi mai, proprio 200mila anni fa nacque quell’essere da cui tutti discendiamo:  l’uomo, * che in realtà era una donna.
Ehi, vedo tutti i maschietti agitarsi scontenti!  Non è una gara a chi è partito prima: ognuno di noi ha un padre e una madre. Adesso vi spiego l’arcano. Voi sapete tutti che siamo fatti di cellule e che ogni cellula contiene il DNA che custodisce il nostro patrimonio ereditario. Vero. Però in ogni nostra cellula ci sono anche dei piccoli organi, chiamati mitocondri, che servono alla cellula per respirare e produrre l’energia che le serve. Orbene (ogni tanto userò parole strane perché non vi distraiate), dunque -dicevo- mentre il vostro DNA viene per metà da papà e per metà da mamma; i mitocondri no, vengono tutti dalla mamma. Ricordatevi sempre che alla mamma dovete tante cose, financo (perfino) i mitocondri.
Tornando al primo essere della nostra specie, per gli scienziati che studiano queste cose è spesso più facile studiare i mitocondri che il DNA, perché i mitocondri di maschi e femmine sono eguali, più piccoli e semplici del DNA  e, rispetto a questo, la loro evoluzione è molto minore. Ma tutti i mitocondri sono di mammà, quindi è più facile studiare la prima donna che il primo uomo.  Contenti maschietti?
Andiamo avanti, chi mi chiede qualcosa?
Bella domanda Peppe, com’era il primo essere umano?
Certo era diverso dai suoi predecessori.  Fra tante differenze c’era principalmente la conformazione ed il modo di funzionare del cervello, badate bene: non solo la sua grandezza, ma il modo di funzionare.
Però fra le altre, c’era una piccola differenza, che potrebbe sembrare insignificante: era la forma e la posizione della laringe, una parte di quella specie di tubo che unisce la bocca ai polmoni. Per quella piccola differenza l’uomo per primo fece risuonare sulla terra la Parola. 
Quello forse fu il principio di tutto.
Potersi parlare permise ai primi uomini di comunicare in modo molto più preciso e nello stesso tempo più versatile di quello che fanno gli altri animali, fu un’ulteriore spinta verso la socializzazione in gruppi più grandi e articolati. Ma imparare a parlare non è facile, lo sapete tutti, ci vogliono anni. Inoltre per la sua grande complessità il cervello umano continua a crescere e ad affinarsi fino a circa 11 anni per le ragazze e 12 per i ragazzi. (Lo sanno tutti che i maschietti arrivano sempre in ritardo: e voi là in fondo non ridacchiate!). Ecco quindi che la specie umana dovette curarsi dei piccoli più a lungo di qualsiasi altra, così si crearono le famiglie e da queste una organizzazione sociale.
E già, Amedeo, così nascono villaggi di tende o di capanne dove ognuno ha già un compito differente:  cacciatori, pastori e  poi anche agricoltori, mamme, “casalinghe”, eccetera.  Da lì iniziò la civiltà e si affinò il pensiero.
Avendo più tempo libero, l’umanità cominciò a pensare in astratto, facilitata in questo dalla parola, che permette di definire pensieri ed idee in forme che puoi comunicare al tuo prossimo, quindi facilita questo scambio e in più stimola la mente all’astrazione (cane non vuol più dire il mio cane, ma l’idea di tutti i cani).
Vedo che andate sempre più spesso al tavolo a bere una bibita, siete già stanchi? Ma ora arriviamo al punto, resistete ancora un po’.
Marco, come vivevano gli uomini primitivi?
Già, avevano pelli per coprirsi, bastoni, lance o sassi per difendersi, pietre chiamate selci per lavorare. Il mondo attorno a loro era costituito da boschi, savane e dal mare, alte montagne e grandi fiumi, impetuosi torrenti e infide paludi. E tutto questo era in balia del vento, della pioggia, della neve, del fulmine, della canicola estiva e del gelo invernale, degli incendi e delle alluvioni: era un mondo ostile, pericoloso ed imprevedibile.
Poiché l’uomo sapeva che la sua volontà poteva modificare la natura, dato che con una lancia poteva uccidere un animale, con la selce tagliare un albero  e con il fuoco poteva incendiare una foresta, pensò che ogni cosa che accadeva fosse dovuta ad una volontà ben precisa. Ma siccome quello che poteva fare un uomo era piccola cosa a confronto delle forze della natura, allora immaginò poteri immensi e nascosti che agivano sul mondo e li chiamò Dei.
A questi dei terribili, che potevano uccidere o bruciare con il fulmine, che potevano far soffiare venti tanto forti da sradicare gli alberi, che potevano sconvolgere il mare con altissime ondate;  a questi dei potentissimi pensò di poter chieder protezione con sacrifici, altari, templi e monumenti. In fondo anche oggi si fan regali alle persone che influiscono sulla nostra vita (e non pensate alla corruzione, pensate al regalo che si può fare ad un medico che ti ha ben curato e magari salvato la vita).  
Così nacque la religione.
Ma le religioni presto progredirono  e cercarono di dare risposta al più angoscioso tormento dell’animo umano: perché devo morire e cosa c’è dopo la morte?
Infine le religioni provarono a rispondere al più grande mistero dell’universo: da dove viene tutto quanto? che senso ha? e infine, noi che ci stiamo a fare?
Come poi le varie religioni scomparirono, progredirono, si trasformarono è un’altra storia, ma abbiate sempre rispetto per la religione, non può essere provata, ha dato risposte sbagliate su tanti argomenti, ma è una esigenza irreprimibile dell’anima umana, o per lo meno, di moltissime anime umane. Non è segno né di stupidità, né di ignoranza. Tante persone intelligenti e colte hanno la fede, perché si pongono problemi che chi non ha fede non affronta, o non giudica interessanti.
La scienza dà risposte ai tanti come della natura, ma non sa dire i perché. E' una delle massime conquiste della specie umana, ma non deve credersi in condizione di superiorità rispetto alla fede.
D'altro canto la religione, che dà risposte fideistiche ai perché, non deve porsi come ostacolo alla scienza e deve invece considerarla il risultato del più grande dono che Dio ha dato all'uomo.
Fintantoché esisterà l’umanità, moltissimi uomini non potranno fare a meno di Dio e dobbiamo rispettarli e comprenderli, anche se talora possiamo non essere d’accordo con chi dice di esser il tramite con l’Eterno.
D'altronde chi crede non deve rifiutare i risultati ottenuti dalla scienza né ostacolarla e non deve avere scarsa considerazione di chi non ha la fede.
 Che ne dici Juhan ? Non mi sembri tanto convinto.
Comunque per oggi basta, ragazzi, andate a bervi un’altra bibita e poi a giocare! A presto, se vorrete.



*   per chi non l’avesse già capito, ho una altissima stima delle donne (solo talvolta offuscata da alcune femministe), per cui  specifico che in certe occasioni uso il termine uomo per indicare l’intera umanità. Come diceva una vecchia battuta: “l’uomo abbraccia anche la donna”. (E certe femministe non storcano il naso).
  

Seguirà:
IL PENSIERO: la filosofia
IL PENSIERO: la scienza

2 commenti:

  1. Come per la prima "storiella", anche qui devo farti i miei complimenti. Hai uno stile narrativo molto delicato che riesce a catturare il lettore in modo da renderlo quasi partecipe di quello che sta accadendo. Sugli argomenti "sfiorati" poi, mi sento di condividere completamente, soprattutto quando parli di RISPETTO reciproco tra "le due vecchie cugine" Religione e Scienza.

    Aspetto il seguito
    Un saluto
    Marco

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  2. GRAZIE, AMICI MIEI SCONOSCIUTI !
    Ho cominciato per gioco, affatto certo di continuare. Voi siete l'elisir di questo povero blog.

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Grazie di aver perso tempo per me, sarò felice di poterti dedicare un po' del mio tempo. E' prezioso solo per motivi anagrafici. A presto.