IMMAGINATEVI

IMAGINE Immaginatevi fantasmi, dèi, diavoli. Immaginatevi inferni e paradisi, città sospese tra i cieli o sommerse nel fondo dei mari. Unicorni e centauri. Streghe, maghi, gnomi ed elfi. Angeli e arpie, fatture e incantesimi, spiriti degli elementi, spiriti buoni o spiriti malvagi. Facili da immaginare, tutte queste cose. L'umanità continua ad immaginarle da migliaia di anni. Immaginatevi astronavi e tempi futuri. Facili da immaginare: il futuro sta arrivando, ed in esso ci sono le astronavi. Non c'è niente, dunque, che sia difficile immaginare? Certo che c'è. Immaginatevi un po' di materia, con voi stessi dentro che pensate, siete quindi consapevoli di esistere e sapete far muovere questa materia in cui siete: farla star sveglia o dormire, farle fare l'amore o una passeggiata in collina. Immaginatevi un universo, infinito o no, a piacere vostro, con dentro milioni di bilioni di trilioni di Soli. Immaginatevi una sfera di fango che gira e gira vorticosamente attorno a uno di questi Soli. E immaginate voi stessi su questa sfera, a girare anche voi,a girare vorticosamente nel tempo e nello spazio, verso una mèta ignota. Immaginatevi. Fredric Brown (1955)

lunedì 4 marzo 2013

INVITO

Cari amici sconosciuti e lontani (quelli vicini li tampino dappresso), se non avete già stabilito cosa fare per il ponte del 1° Maggio, vi propongo un programma di eccezionale qualità.


                                            Le stelle di Castelleone


Le stelle brillavano capovolte nel lunotto posteriore della Fiat 1100/103 attraverso cui le guardavo con la testa rovesciata all’indietro.
  La macchina, guidata da mio padre, correva sulla strada che dal mare porta al paesino di collina dove passavamo le vacanze. Sul sedile posteriore, nel buio della notte, senza ascoltare i discorsi dei miei genitori, potevo perdermi nei miei pensieri di ragazzino. I giochi della mattina sulla spiaggia, quelli di domani in campagna, la partita di pallone con gli amici, i sogni di avventure più belle di quelle lette nei fumetti, poi un vago sentore del futuro, in cui cominciavano a far capolino i primi pensieri di donne e di ragazze.
  Sul sedile posteriore, con la testa arrovesciata all’indietro, abbandonata sullo schienale, correva la mia fantasia, finché le stelle non mi catturavano e mi riportavano in questo mondo.  Nel buio scorreva davanti a noi la striscia bianca della strada non asfaltata, ai lati il verde dei fossi e ogni tanto una siepe o un albero che ci scorrevano veloci a fianco, ma là -sopra l’orlo oscuro delle colline- immobili, remote e vicine brillavano le stelle.
  Ah, le stelle!  L’universo: la meraviglia immensa e gratuita della natura.
Certe sere con gli amici -dopo aver  girovagato per il paese- quando volevamo sederci e riposarci andavamo nella piazzetta a fianco delle scuole, dove era in deposito per la notte la corriera, che presto la mattina successiva sarebbe partita verso il mare. Le porte non erano chiuse e sui sedili scomodi e duri potevamo rilassarci, stravaccarci in ordine sparso e dare la stura alle nostre chiacchiere. C’erano i ragazzi più grandi, da cui imparare di nascosto, fingendo di essere già scafati: un ragazzino di città deve tener alto il suo prestigio!
 Poi a mezzanotte il comune staccava l’illuminazione pubblica, che era comunque scarsa, perché fornita da rari lampioni con grosse lampadine ad incandescenza. Eh sì, bisogna essere sinceri fino in fondo. Qualche volta, quando la notte era troppo lunga e noiosa, quando tutti i discorsi erano finiti, ma c’era ancora voglia e bisogno di fare, di sentirsi vivi, di affermarsi, a volte -dicevo- qualche lampadina era  vittima di un sasso scagliato da noi  ragazzacci e terminava la sua vita con uno scoppio, un bagliore, una pioggia di vetri e uno sbuffo di fumo. 
  Comunque, quando la luce del paese si spegneva e si spegnevano le luci di tutti i paesini attorno e solo sulla costa a  venti o trenta chilometri la luce offendeva il firmamento, allora non si poteva non restare soggiogati dal cielo stellato. Si saliva lungo la strada erta che porta al cinema e al campo sportivo, sopra la scuola ed il monumento ai caduti e lì, sdraiati sulla terra secca del campo da pallone, più in alto di tutte le case del paese,  ci si poteva perdere nello spazio.
  In mezzo al cielo cera la vaporosa striscia bianca della Via Lattea  e poi centinaia, migliaia di luci splendenti. Alcune forti, come Altair, Vega, Deneb; altre così tenui che le vedevi con la coda dellocchio, ma se le fissavi non si mostravano più. Poi la più grande e la più lontana, la più affascinante, ma la più difficile da vedere ad occhio nudo: il piccolo sbuffo di chiarore della grande nebulosa in Andromeda, la galassia a noi più vicina.
  In alto, nel cielo: le stelle.
Sotto, noi ragazzi, in basso, anzi dentro:  sulla cima di un dosso, in un punto sperduto di quel minuscolo frammento di sasso che chiamiamo Terra, attorno ad una piccola stella che ruota con altri miliardi in una girandola che chiamiamo Galassia, che assieme a miliardi di altre riempie uno spazio così grande che non possiamo nemmeno immaginarlo …  
 in questa immensità, noi -piccolissimi, sdraiati di fronte all’infinito- sapevano di esistere, di esistere dentro a tutto quello che c’è.

  Tanti tanti anni sono passati, uno in fila all’altro, ma sempre più veloci e oggi guardare quelle quattro lucette sbiadite che si scorgono dalle nostre città mi innervosisce e mi riempie di nostalgia.  Per questo guardo poco le stelle e, quando capita, la cosa che più mi diverte è cercare di ricostruire nel firmamento quelle costellazioni che da ragazzo conoscevo ed ora non ricordo più: forse spero di ritrovarci la gioventù.
  Però quanto ti innamori davvero, la passione non ti abbandona più, così negli ultimi anni sono tornato ai miei vecchi libri di divulgazione: fisica delle particelle e astronomia.
Ecco, la storia dell’astronomia fa al caso mio, pur nella mia incompetenza, lì mi posso destreggiare e ci ho provato. Nel 2009, anno internazionale dell’astronomia e 40° anniversario della conquista della Luna, ho raccolto alcune idee per una breve conferenza ai miei amici, poi ho avuto successo e sono stato chiamato a ripeterla alla Associazione Astrofili Mantovani e prossimamente farò il tris dai GApers astrofili (e tanto altro) di San Giovanni in Persiceto.
Mi diverto tanto  e spero di continuare.  Mi auguro vi possiate divertire anche voi.


Questo è un invito, magari un po’ prolisso, ma è un
INVITO
per il
3 Maggio 2013
h. 21.00
 
GAPers
Associazione Gruppo Astrofili Persicetani

40017  San Giovanni in Persiceto   BO
Museo del Cielo e della Terra - Osservatorio Astronomico Giorgio Abetti – Planetario

Ampio e buio (come si confà ad un osservatorio astronomico)
PARCHEGGIO  da viale Vittorio Veneto
poi seguire a piedi la stradina alla destra del parcheggio
verso una lucina tra gli alberi.
Come Cappuccetto Rosso nel bosco, arriverete al planetario (A)
dove vi aspetterà non il lupo, ma
il dentista di provincia





Vi aspetto!

GIGI 

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Grazie di aver perso tempo per me, sarò felice di poterti dedicare un po' del mio tempo. E' prezioso solo per motivi anagrafici. A presto.