IMMAGINATEVI

IMAGINE Immaginatevi fantasmi, dèi, diavoli. Immaginatevi inferni e paradisi, città sospese tra i cieli o sommerse nel fondo dei mari. Unicorni e centauri. Streghe, maghi, gnomi ed elfi. Angeli e arpie, fatture e incantesimi, spiriti degli elementi, spiriti buoni o spiriti malvagi. Facili da immaginare, tutte queste cose. L'umanità continua ad immaginarle da migliaia di anni. Immaginatevi astronavi e tempi futuri. Facili da immaginare: il futuro sta arrivando, ed in esso ci sono le astronavi. Non c'è niente, dunque, che sia difficile immaginare? Certo che c'è. Immaginatevi un po' di materia, con voi stessi dentro che pensate, siete quindi consapevoli di esistere e sapete far muovere questa materia in cui siete: farla star sveglia o dormire, farle fare l'amore o una passeggiata in collina. Immaginatevi un universo, infinito o no, a piacere vostro, con dentro milioni di bilioni di trilioni di Soli. Immaginatevi una sfera di fango che gira e gira vorticosamente attorno a uno di questi Soli. E immaginate voi stessi su questa sfera, a girare anche voi,a girare vorticosamente nel tempo e nello spazio, verso una mèta ignota. Immaginatevi. Fredric Brown (1955)

sabato 16 febbraio 2013

INFINITI INFINITI

Tutto ciò che può accadere è accaduto infinte volte, sta accadendo infinite volte,
accadrà infinite volte in infiniti, diversi universi infiniti.


Mi sveglio da un sonno tranquillo, ma di scatto mi sollevo a sedere sul letto. Con un  ampio gesto della mano destra  alzo ed allontano le coperte che mi erano rimaste sulla spalla. Il movimento delle lenzuola nella stanza chiusa sposta l’aria, che si ingolfa nella fessura sotto la porta ed esplode nel corridoio. Piccolissima cosa, ma sufficiente a far alzare in volo una farfalla che lì aveva passato la notte. La farfalla vola via dalla finestra aperta del bagno e il battito delle sue ali causa un ciclone alle Antille.

Nello stesso istante in un altro universo mi sveglio da un sonno tranquillo, ma di scatto mi sollevo a sedere sul letto. Con un  ampio gesto della mano destra  alzo ed allontano le coperte che mi erano rimaste sulla spalla. Il movimento delle lenzuola nella stanza chiusa sposta l’aria, che solleva via dalla fessura tra lo schienale del comò e la parete una banconota da 500 euro e deposita ai miei piedi il piccolo tesoro che credevo di aver perduto.
 Nello stesso istante in un altro universo mi sveglio da un sonno tranquillo, ma di scatto mi sollevo a sedere sul letto. Il brusco movimento causa una diminuzione della pressione sanguigna nel mio cervello ed il cuore reagisce con una contrazione più forte del ventricolo sinistro. Un microcita, cioè un globulo rosso più piccolo della media, viene spinto e trasportato dal flusso sanguigno su per la carotide, entra nel mio cranio attraverso il foro carotideo e, percorso un lungo tratto della carotide interna, si infila in un capillare e rilascia il suo poco ossigeno ad un neurone della mia corteccia. Da quel neurone parte una catena di rilascio di mediatori chimici che mi porta a star qui a picchiare sulla tastiera questa storia casuale.
Nello stesso istante in un altro universo mi sveglio da un sonno tranquillo, ma di scatto mi sollevo a sedere sul letto.  Il brusco movimento causa una diminuzione della pressione sanguigna nel mio cervello ed il cuore reagisce con una contrazione più forte. Dall’atrio sinistro passa nel ventricolo un piccolo grumo di globuli rossi, che viene spinto e trasportato dal flusso sanguigno su per la carotide, entra nel mio cranio attraverso il foro carotideo e percorso un breve tratto della carotide interna vi si incastra, bloccando il passaggio di altro sangue. Gran parte del mio tessuto nervoso va in necrosi e decedo per ictus cerebrale.
Nello stesso istante in un altro universo mi sveglio da un sonno tranquillo, stiro lentamente e voluttuosamente la mia lunga verde coda squamosa, mi rigiro per sollevarmi sulle quattro zampe e finalmente sbatto le mie due grandi ali membranose , che per troppo tempo nella notte erano rimaste raggrinzite. Il battito delle mie grandi ali solleva un po’ di sabbia dall’orlo della caverna dove dormo, il cavaliere -che passava per caso di là- lo nota, capisce, irrompe nella mia tana e mi trafigge il cuore prima ancora che io me ne accorga.


Nello stesso istante in un altro universo mi sveglio da un sonno tranquillo, stiro lentamente e voluttuosamente la mia lunga verde coda squamosa, mi rigiro per sollevarmi sulle quattro zampe e finalmente sbatto le mie due grandi ali membranose , che per troppo tempo nella notte erano rimaste raggrinzite. Il battito delle mie grandi ali crea un vortice che raggiunge la finestra del castello ove riposa il cavaliere che mi dà la caccia. Un tenda si muove, si  incastra su una torcia ancora accesa dalla notte e l’incendio divampa. Le grandi travi di legno della sala da letto del castello precipitano fumanti sul cavaliere e me ne libero per sempre.


Nello stesso istante, altrove, Dio dice:  Che noia! e spegne tutto.


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Grazie di aver perso tempo per me, sarò felice di poterti dedicare un po' del mio tempo. E' prezioso solo per motivi anagrafici. A presto.